Daunia e Faeto tra natura, avventura e buon cibo: due giorni per rinascere
- faby & ciako
- Jun 29, 2020
- 6 min read
Updated: Jul 1, 2020
La Puglia non è solo mare, ma questo ve lo avranno già detto in molti.
La Puglia è tutto ciò che la gente non dice affinché il turismo di massa non possa arrivare in quei luoghi un po’ sperduti, quasi abbandonati, ma con un fascino irresistibile e indelebile.
In fin dei conti se non sei del luogo difficilmente raggiungi certi posti: per questo esistono i paesi e i paesini, con la loro gente, con le loro abitudini, e con le loro strade mappate in testa. Se vi perdete, chiedete a loro, sanno tutto: sono un po’ i custodi di ciò che è rimasto ancora incontaminato.
Sappiate sempre porvi con i giusti modi, è gente con la mentalità un po’ chiusa, spesso diffidente ma sanno accoglierti con quel sorriso che ti rimane impresso per il resto della giornata.

Ora veniamo a noi, questo week-end (26-28 Giugno) è stato pazzesco. Un’ondata di freschezza e leggerezza che aspettavo da tempo. Ogni giorno c’era la spensieratezza di non sapere mai che ore fossero, un po’ perché non avevo l’orologio al polso, un po’ perché il cellulare lo si utilizzava lo stretto indispensabile (per fare foto, video…che poi c’è da dire che quando la GoPro è entrata a far parte della mia vita e dei miei viaggi, il cellulare lo lascio sempre nello zaino).
Sicuramente la mia personale scoperta di certi luoghi non sarebbe stata possibile se non grazie a Vito, cresciuto per una vita da queste parti (Faeto), che ha saputo cogliere il fascino della Daunia e restituirmelo a piccole dosi per due giornate. Ma credo che con un paio di mie indicazioni e di suggerimenti della gente in loco potrete vedere paesaggi da togliere il fiato.
Qualche chicca su Faeto
Faeto è un piccolo borgo di circa 700 abitanti che sorge nella provincia di Foggia, nella zona del Subappennino Dauno Meridionale, circondato da meravigliosi boschi. Il nome francoprovenzale di Faeto è Faíte e deriva da “faggeto”, bosco di faggi. Meravigliose valli abbracciano il borgo e, nei giorni limpidi, lo sguardo spazia fino ad arrivare a toccare le vette del Gargano. Un’altra particolarità che rappresenta un punto centrale nell’identità del borgo, oltre alla presenza dei boschi, è la lingua francoprovenzale, che ha resistito allo scorrere del tempo ed è parlata ancora oggi dalla comunità.
L'itinerario
Il primo giorno, Sabato, è stato suddiviso in due parti:

MATTINA: un giro a Faeto, una piccola località al confine con la Campania. Certo è piccola, ma ha il suo fascino con i suoi due Belvedere e suoi piccoli vicoli e soprattutto un’infinità di scale, perché da queste parti “si sale, si sale, si sale… e poi si rimane sempre a bocca aperta”. Se quando camminate vi sentite un po’ osservati non fateci troppo caso, qui la gente ha voglia di capire chi sei, da dove vieni, che stai facendo, e perché se lì. Se vi capita salutate sempre “Buongiorno”, “Buonasera”, o un “Salve” potrà anche bastare. Scendendo e percorrendo una delle tante strade percorribili anche con le macchine (i sentieri li trovate solo nei boschi) siamo giunti al “Piscero”: aihmè su GoogleMaps non lo troverete, tutt’al più chiedete alla gente del posto, loro sapranno sicuramente indicarvi la strada. Il Piscero non è chissà quale gran posto, è semplicemente un luogo un po’ misterioso, nascosto anche se al ridosso della strada, che, scendendo le scale non vedrete. Qui può cominciare il vostro ricongiungimento con la natura: il silenzio è pazzesco, avvolto da quella nota mistica che è propria della natura con i suoi suoni e i suoi rumori, dall’acqua di una piccola sorgente al richiamo degli uccelli.

POMERIGGIO: abbiamo raggiunto il bosco di Faeto a piedi e abbiamo intrapreso il sentiero pedonale (c’è anche un sentiero proprio per chi vuole esplorare la zona in bici). Lungo questo abbiamo trovato un parco divertimento attrezzato, purtroppo abbandonato ma sicuro (abbiamo testato tutte le attrezzature possibili senza avere alcuna imbracatura). Passeggiando lungo il sentiero siamo arrivati a quella che è una sorgente di acqua potabile fresca (riempite una bottiglia e sembrerà di averla appena tirata fuori dal freezer). Qui l’aria è pulita, e il fatto che non ci sia affatto gente è un punto a favore. Personalmente mi piace ricongiungermi con la natura e non avere nessuno nei dintorni, per questo dico che questo posto è perfetto. Siamo rientrati a casa, ci siamo cambiati mettendoci pantaloni lunghi, abbiamo comprato due birre, ci siamo messi in macchina e abbiamo raggiunto un posto magico: probabilmente il cuore ha smesso di battermi per un secondo quando sono scesa dalla macchina e ho realizzato dove mi trovassi. Non so darvi un nome ma se chiedete vi diranno: “al villaggio a sinistra e poi alla fontana a sinistra”. Adesso vi spiego meglio come arrivarci: da Faeto, una volta giunti a Villaggio San Leonardo (cercatelo su Google Maps) svoltate a sinistra e prendete la salita. Fate attenzione alle buche! Proseguendo dritto arriverete ad una casa dove c’è una fontana. Svoltate a sinistra della fontana e proseguite dritto. Troverete un bivio: entrambe le strade vi porteranno nello stesso punto. Qui troverete pale eoliche in ogni dove, che girano tagliando i raggi del sole che, con un ritmo lento, cala tra queste, in silenzio, dipingendo il cielo di arancione. Sorseggiando una birra seduti su una delle tante balle di fieno che potete trovare qui, ci siamo goduti un tramonto da brivido.
Il giorno seguente, Domenica, abbiamo intrapreso la via per Monte Cornacchia, nonché la vetta più alta della Puglia, da qui sopra si vede tutto. Da Faeto a Biccari (anche questo paese è molto carino – vi consiglio una passeggiata veloce), proseguendo per 20 minuti si arriva a Daunia Avventura dove abbiamo parcheggiato. Da qui abbiamo proseguito a piedi verso Lago Pescara. Sulla strada ci sono alberi enormi e affascinanti, ma uno in particolare ci ha colpito: sotto c’era una panchina in legno e una volta seduti ci è sembrato di essere come abbracciati dai suoi folti rami. Giunti a Lago Pescara, scattato qualche foto e girato qualche video, abbiamo seguito le indicazioni e ci siamo addentrati tra boschi, pianure, avvallamenti, flora e fauna di vario tipo (NB: ci sono molte mosche, vespe, farfalle, etc… nonché anche la possibilità di incontrare volpi), strade ovviamente sterrate e assolate (anche se il sole è stato a tratti clemente). Dopo circa un’oretta scarsa siamo arrivati sul monte e qui abbiamo trovato il Rifugio di Monte Cornacchia dove è possibile sostare per una pausa o per un pranzo al sacco. È un rifugio piccolo ma molto carino, al centro del nulla e con un panorama semplice ma essenziale. C’è una cosa che mi ha colpito: dentro questo rifugio c’erano una moltitudine (almeno 1000) coccinelle. Sapete cosa significa, oltre al fatto che siete molto fortunati a trovarvi qui dentro? Che qui l’aria non è contaminata, perciò respiratene più che potete e una volta soddisfatti ritornate indietro (sicuramente ci metterete molto meno tempo, considerando che il percorso all’andata è tutto in salita e a tratti pianeggiante.
Per Monte Cornacchia vi consiglio di munirvi di acqua e cibo per quando sarete arrivati in vetta.
La regione della Daunia, nel nord ovest della Puglia, è uno scrigno prezioso, dove la miglior tradizione culinaria si sposa con la creatività per dare vita ad un’autentica e radicata cultura del cibo e del gusto per la buona tavola. Il modo migliore (e indubbiamente il più piacevole) per conoscere quest’angolo di Puglia dalla cultura millenaria passa attraverso il cibo, che determina l’identità stessa di queste zone e dei popoli che le abitano.
Come sperimentare questa tradizione culinaria, specialmente a Faeto:
- Assaggiare il prosciutto crudo (P.A.T) e il lardo, tipici di Faeto ("Salumeria del Buon Gustaio" oppure "da Moreno");
- Comprare la carne di maiale nero (Macelleria D'Aiuto) e cucinarla alla brace. Per assaggiarla meglio non perdetevi la “Féte de lu Cajunne”, che si svolge a Faeto ogni prima domenica di Febbraio (quindi, prossima settimana!!);
- Accompagnate il tutto con un po’ di pane e pizza, in particolare chiedete della Pizza uènte, che significa "pizza unta" perché tra gli ingredienti c'è lo strutto di maiale, ma non fatevi intimorire perchè vi si scioglierà in bocca;

Questa parte della Puglia, tengo a precisare, non è per tutti, è per chi vuole prendersi una pausa dalla routine e dallo stress, per chi vuole rilassarsi sulle note lente del sole che cala tra le pale eoliche, per chi vuole disintossicarsi intraprendendo un sentiero tracciato o uno improvvisato, per chi vuole godere di panorami semplici ma mozzafiato, per chi vuole sentirsi parte di qualcosa di piccolo.
Rimango a vostra disposizione per qualunque chiarimento (Instagram @aka_ciako)
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